Il Convegno

Negli ultimi anni la storiografia ha evidenziato il legame esistente tra l’esperienza della Resistenza e l’avvio del processo di integrazione europea negli anni immediatamente successivi alla fine del conflitto. Con la tragedia della Seconda Guerra Mondiale non solo si crearono le condizioni storiche che avrebbero posto fine alla sovranità assoluta degli Stati nazionali e all’anarchia internazionale, ma furono anche elaborati molti progetti concreti in favore degli Stati Uniti d’Europa al fine di garantire un futuro di prosperità e di pace ai popoli del vecchio Continente.

Muovendo dalla Conferenza internazionale di Genova del 1922, l’Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Genova, con la collaborazione dell’Università di Genova, ha promosso tre giornate di Convegno di studi il 9, 10 e 11 ottobre 2022, quale occasione per una riflessione su un evento che ha rappresentato il primo spartiacque di un secolo di ferro e di fuoco, nel corso del quale si realizzarono, come sappiamo, le più immani tragedie che la storia umana ricordi, ma anche grandi progressi in ogni sfera della vita civile, sociale ed economica, con l’affermazione di un diritto internazionale fondato sull’universalità dei diritti della persona e sul principio di autodeterminazione dei popoli.

Riprendendo gli studi pionieristici coordinati da Walter Lipgens, nel marzo 2019 è stato organizzato a Genova il convegno internazionale Visions of Europe in the Resistance: Figures, Projects, Networks, Ideals. Vi hanno partecipato studiosi che hanno presentato studi originali sull’europeismo nella Resistenza dei Paesi dell’Europa centrale e occidentale, ampliando notevolmente lo stato delle conoscenze e avanzando nuove ipotesi interpretative. Gli atti del convegno, a cura di Robert Belot e Daniela Preda, sono stati pubblicati nel 2022 da Peter Lang.

In stretta connessione con questi studi, è stato proposto un secondo convegno per allargare il campo di indagine all’idea di Europa sviluppatasi nei paesi dell’Europa orientale durante la Seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra. Si tratta di un campo di indagine finora quasi inesplorato, ma che crediamo possa portare a risultati significativi non solo in termini di conoscenza storica, ma anche per la costruzione di una comune identità europea. Più precisamente, il progetto si propone di indagare l’europeismo in tutti i paesi dell’Europa centrale e orientale, dalla Polonia ai Balcani, Ucraina compresa, senza trascurare la stessa Unione Sovietica, che fin dai tempi di Lenin e Trotsky aveva riflettuto criticamente sui progetti di unificazione continentale.

Questi progetti verranno indirettamente confrontati con la visione dell’Europa che prese forma nella Resistenza in Francia, Germania e Italia, paesi in cui si affermò chiaramente una prospettiva federalista e ai quali sarà dedicata la seconda sessione del convegno. La parte finale del convegno esaminerà poi l’atteggiamento assunto da americani e sovietici nei confronti dell’unificazione europea, con i sovietici che, a differenza dei primi, non hanno mai nascosto la loro avversione verso progetti che risvegliavano in loro il ricordo della vecchia logica politica del cosiddetto “cordone sanitario”.